Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 5 Febbraio, 2019
Nome: 
Martina Nardi

A.C. 1550

Signora Presidente, l'abbiamo detto in tutti i modi da questa mattina e anche ieri sera, nella lunga giornata di ieri, dove solo noi, le opposizioni, siamo intervenuti su questo decreto. Insomma, l'abbiamo detto che per noi la burocrazia uccide la criticità, che la complicazione delle procedure è la causa principale della lentezza del Paese. Ne siamo profondamente convinti, e siamo convinti che avere leggi più semplici, procedure maggiormente semplificate, investire nella digitalizzazione e nell'innovazione rappresenti la marcia in più che serve al nostro Paese e alle nostre imprese. Ci abbiamo creduto, facendo tanto in questa direzione. L'abbiamo fatto negli anni che abbiamo passato al Governo, e continuiamo a crederci, perché sappiamo che abbiamo solo iniziato un percorso ma che il cammino è ancora lungo. Con questo spirito, colleghi deputati, ci siamo approcciati a questo provvedimento. L'abbiamo fatto consapevoli che i nostri emendamenti potevano migliorare un testo - poi lo andremo ad analizzare, ma già lo abbiamo fatto in alcuni dei nostri interventi -, le varie criticità profonde di questo decreto. Abbiamo avuto un atteggiamento responsabile, non solo noi ma anche le altre opposizioni, un comportamento dialogante, costruttivo, evidenziando le migliorie, profondamente convinti che il dibattito nell'Aula parlamentare possa e debba migliorare i testi normativi.

Lo so perché si leggeva chiaramente, nella giornata di ieri, guardando le facce e gli occhi dei colleghi di maggioranza, che molte, moltissime delle nostre osservazioni, delle nostre argomentazioni, molti dei nostri emendamenti erano condivisi, ma nonostante ciò il testo è arrivato blindato. Ancora una volta quest'Aula trova un testo blindato, dove le opposizioni urlano alla luna e dove non c'è la possibilità benché minima di modificare il testo. Ha ragione il collega Sisto, che ho ascoltato sempre con molto piacere anche quest'oggi: nessuna centralità del Parlamento, nessun uno vale uno, nessuna consultazione on line. Niente di niente, solo il muro dei balbettii del Governo, che ad ogni passaggio saliente ci ha detto: interverremo poi con un nuovo provvedimento specifico. Nessuno che abbia sostenuto le ragioni della contrarietà ai nostri emendamenti. Ho ascoltato anche quest'oggi, in Aula, gli interventi della maggioranza, ma francamente non hanno ribadito, non hanno detto nulla nei confronti dei nostri emendamenti. Insomma, ci siamo trovati tra il vuoto cosmico che si è impossessato della maggioranza e il nulla cosmico proferito dal Governo, è così che abbiamo analizzato questo decreto. Ho detto che noi crediamo nell'importanza della semplificazione e che abbiamo avuto appunto un atteggiamento responsabile e costruttivo, perché abbiamo capito, riguardo questo decreto, che l'unica cosa che forse andrà a semplificare sono i problemi, non le soluzioni. Si occupa, infatti, di questioni marginali, non aggredisce i veri tormenti né delle imprese né delle pubbliche amministrazioni. Sono questi, signori del Governo, i problemi che attanagliano le imprese, cioè quella sequela, quel pot-pourri che avete costruito in questo decreto? Sono queste le semplificazioni che proponete al Paese? È questa la soluzione per far ripartire le nostre imprese? Beh, noi pensiamo di no, perché abbiamo capito che per voi contano solo i titoli, i tweet e non il merito delle questioni. Il titolo, l'intento è condivisibile, non il merito, perché ci sono troppi argomenti che poco c'entrano con la semplificazione. Abbiamo poi capito che ci sono delle categorie alle quali avete realmente dichiarato ostilità, il che - lo dico francamente - mi ha stupito, perché voi eravate quelli delle partite IVA, quelli degli artigiani, delle piccole imprese, quelli che hanno riempito le piazze e fatto le manifestazioni, e oggi, che siete al Governo, ve ne siete completamente dimenticati. Così come non avete voluto contemplare, ad esempio, i liberi professionisti, quei tanti, tantissimi, spesso giovani, avvocati, ingegneri, architetti e geometri che non saranno tutelati dal Fondo di garanzia, e che, pur essendo anch'essi creditori della pubblica amministrazione, grazie al vostro non intervento non riceveranno alcun aiuto. Ha quasi del paradossale, ma vi siete preoccupati di tutelare i grandi e lascerete agonizzare i piccoli. Forse siete stati ingannati dalla dicitura “piccole e medie imprese”, ma vi faccio notare che in questo caso parliamo di imprese che possono andare da 10 a 250 addetti e a un fatturato annuo di 50 milioni. Intendiamoci, noi siamo favorevoli al Fondo, ma non capiamo la ragione perché avete lasciato fuori gli artigiani, le microimprese, coloro che hanno uno, due o tre dipendenti, i piccoli, insomma, i professionisti, e anche i subappaltatori, che, come sappiamo, sono quelli che maggiormente pagano la crisi e che oggi sono maggiormente in sofferenza.

Quindi, penalizzati saranno, come abbiamo detto, i professionisti, le piccolissime imprese, gli artigiani e i subappaltatori. Solo quattro, avete scontentato solo quattro categorie? No, altri sono coloro che bistrattate in questo decreto, perché avete visto bene di fare un decreto, come dicevo prima, pot-pourri, omnibus, che contiene tutto e il contrario di tutto. E così troviamo centinaia di giovani aspiranti poliziotti che, pur essendo vincitori di concorso, non verranno assunti e si vedranno costretti a cause giudiziarie perché non in possesso dei requisiti che oggi decidete di far valere, quando non valevano al momento della domanda. E, quindi, chi avrà compiuto 27 anni, per il solo motivo di avere spento quella candelina, non verrà assunto.

Si riempiranno le aule giudiziarie di contenziosi; chissà, almeno qualche avvocato lavorerà e non dovrà chiedere il reddito di cittadinanza, però ingombrerete la giustizia italiana. Ma quelli che sicuramente avete voluto colpire più duramente sono i noleggiatori con conducente, che in un attimo, da trovarsi seduti a lavorare nella loro auto, si sono trovati, lì sì, seduti sul divano ad aspettare anche loro, forse, il reddito di cittadinanza. Infine, ma sarebbero tantissimi gli aspetti grotteschi di questo decreto, l'ottavo nano, diciamo così: dopo aver decapitato tutti gli altri, tocca all'AgID, il commissario straordinario per l'agenda digitale. E ad un organo tecnico, super partes, di garanzia, avete preferito una Spa, che è una società per azioni, che assumerà senza concorso pubblico, forse, chi lo sa, amici, conoscenti, parenti, come accade oggi nella RAI governata dal binomio MoVimento 5 Stelle-Lega.

Altro che Governo del cambiamento, Governo della restaurazione di vecchi costumi che questa nazione ha conosciuto e combattuto. Con questo decreto poco o nulla andrete a semplificare. Noi crediamo, invece, che impantanerete il Paese, che ingombrerete le aule giudiziarie e che l'unica cosa che rischierà di essere più semplice, e lo dico con grande amarezza, sarà la via della migrazione delle imprese italiane.